Oh, mistero! Quale mistero? Gli occhi. Tutto l’universo è negli occhi, perché gli occhi vedono l’universo, lo riflettono. Contengono l’universo, le cose e le creature, le foreste e gli oceani, gli uomini e le bestie, i tramonti, le stelle, le arti, tutto, essi vedono, raccolgono e portano via ogni cosa; e c’è anche di più negli occhi, c’è l’anima, c’è l’uomo che pensa, l’uomo che ama, l’uomo che ride, l’uomo che soffre! Oh, guardate gli occhi azzurri delle donne, quelli che sono profondi come il mare, mutevoli come il cielo, così dolci, dolci come la brezza, dolci come la musica, dolci come i baci, e trasparenti, così chiari che lo sguardo li traversa, e vede l'anima, l'anima azzurra che li colora, che li anima, che li rende divini. Sì, l’anima ha il colore dello sguardo. Solo l’anima azzurra porta in sé il sogno, e ha tolto il suo azzurro alle onde e allo spazio. Gli occhi! Pensate agli occhi! Gli occhi bevono la vita apparente per nutrirne il pensiero. Bevono il mondo, il colore, il movimento, i libri, i quadri, tutto ciò che è bello e tutto ciò che è brutto, e lo traducono in idee. E quando ci guardano, ci danno la sensazione di una felicità che non è terrena. Ci fanno presentire ciò che ignoreremo per sempre; ci fanno capire che le realtà dei nostri sogni sono delle spregevoli sozzure..
Questo magnifico brano, tratto dai "Contes fantastiques, Un cas de divorce" (edizioni Marabout, pp. 265-266), dello scrittore francese Guy de Maupassant, mi colpì moltissimo e servirà per dare il via a quest'articolo sull'educazione allo sguardo con questa apertura letteraria di largo respiro. Non sarà questione d'olfatto, di tatto, del gusto e dell'udito anche se tutti i sensi hanno senza dubbio un ruolo molto importante nell'apprendimento. Anche i sogni talvolta ci suggeriscono qualcosa, soprattutto usando immagini, fisse o in movimento.